L’origine del santuario della Madonna dei Laghi di Avigliana è da ricondurre alla devozione per l’antica immagine della Madonna del Latte affrescata su un pilone posto a lato della via che toccando il lago Grande conduceva da Avigliana a Giaveno.

Le spose incinte o che allattavano, e quelle che, pur desiderandoli, non potevano avere figli pregavano e facevano voti alla tenera immagine domestica nella certezza di essere esaudite, perché, come si credeva, una madre non può non esaudire una sposa che desidera vivere le gioie della maternità si rivolgevano alla Madonna del Latte anche le balie che. dall’allattamento di figli non loro, traevano il necessario per mantenere la propria famiglia. La tradizione vuole che davanti a questo pilone pregasse Bona di Borbone, sposa di Amedeo VI, il Conte Verde, e facesse voto per avere un figlio e che sia stata esaudita trova conferma nella continua attenzione dei Savoia per quello che diverrà il santuario della Madonna dei Laghi. Si fa risalire questo fatto al 1360, quando la principessa sabauda ebbe effettivamente la gioia della maternità e nello stesso castello di Avigliana diede alla luce quello che diverrà Amedeo VII il Conte Rosso L’evento diede al povero pilone notorietà e fu fatto oggetto di cure particolari da parte dei Savoia e dei fedeli. Non è possibile determinare l’anno preciso, ma certamente attorno al pilone primitivo si eresse verso la fine del Trecento, un piccolo sacello dove l’altare era situato proprio davanti all’immagine miracolosa; nella metà del Quattrocento l’immagine fu rinnovata, perché l’attuale Madonna del Latte presenta tutte le caratteristiche formali delle figure sacre di quel tempo.

Ex voto del 1626 (part.).

La piccola chiesa era in tutto simile a quella che si vede ritratta nell’ex voto del 17 maggio del 1626, oppure nella stampa realizzata in occasione di un importante dono, offerto nel 1581 da Carlo Emanuele I duca di Savoia. L’ex voto conservato nella sacrestia del santuario, rappresenta la processione di un gruppo di confratelli del sodalizio dei disciplinanti bianchi. Il santuario è raffigurato come un edificio semplice: un’aula rettangolare, dotata di un’abside a pianta semicircolare e preceduta da un breve spiovente del tetto sostenuto da due pilastri. La medesima forma si deduce dalla stampa realizzata in occasione del dono, da parte del duca Carlo Emanuele I, di un prezioso polittico, da collocare sull’altare maggiore, con l’immagine dell’Annunciazione affiancata dai Santi Rocco e Sebastiano. Vi e rappresentato lo scomparto centrale del dipinto e, al di sotto, in uno spazio diviso da una dedica alle “Altezze Serenissime di Savoia”, una scena, raccolta in una raffinata cornice, con l’antica cappella (in cui si intravede la silouette del polittico dell’Annunciazione) avanti alla quale sono inginocchiati alla destra Carlo Emanuele I con la duchessa Caterina d’Asburgo e tutta la corte e a sinistra due prelati, il clero e molti penitenti incappucciati. Ai lati si leggono, in modo incompleto a causa della consunzione della carta, versi latini inneggianti alla Vergine dei Laghi. L’omaggio ducale è all’origine di numerosi altri donativi che, in seguito, evidenzieranno l’interesse del Savoia per l’edificio e annessi. 

Non molto tempo dopo la sua fondazione, il piccolo edifico sacro fu affidato alla cura di una comunità di religiosi agostiniani che avendo la loro casa fuori dalle mura del borgo di Avigliana, si prestavano nel sostegno spirituale dei pellegrini e provvedevano a tutte le necessità del santuario. La presenza degli agostiniani durò fino agli anni venti del Seicento, quando furono sostituiti dai cappuccini, per i quali si costruirà un nuovo convento accanto al rinnovato santuario.