Le due tele sono appese, come in origine, alle pareti laterali della Cappella del Crocifisso. Rappresentano episodi delle vite di due Santi: Antonio da Padova e di Francesco d’Assisi. Nella prima Sant’Antonio guarisce un fanciullo, che gli è portato da una mamma affranta dal dolore con il semplice gesto della benedizione, mentre nella seconda San Francesco è assistito da un angelo durante un’estasi.
Sant’Antonio guarisce un fanciullo.
Di notevole qualità, il dipinto del miracolo è fondato essenzialmente sulla contrapposizione equilibratissima di due zone subito individuabili: quella di sinistra, giocata tutta sulla tonalità marrone dei sai e del muretto e quella di destra dove la luce, dopo aver sfregiato il Santo, colpisce le carni floride della donna e del bambino. È la luce che mette in evidenza la direzione dell’azione e pone un punto fermo nel viso femminile. Bello il particolare naturalistico del giglio e del libro abbandonati con noncuranza sul piano del muretto.
Nella tela dell’estasi di San Francesco, il pittore dispone le figure in un’animata vicinanza e crea, come nella tela contigua composizione, una duplice ripartizione: la sinistra luminosissima con l’angelo dai toni cromatici resi squillanti dall’adozione del rosso vivo e del bianco chiarissi mo. Tutto ciò amplifica la soprannaturalità dell’apparizione e rivela l’intenzione del pittore di voler sorprendere, che addotta pure una precisa definizione delle immagini. La parte destra invece è intrisa di penombra e rende al meglio la passione del Santo. Pare quasi che il pittore la voglia comunicare, come meditazione ascetica al devoto pellegrino.
L’autore delle due tele, forse coadiuvato dalla bottega, è il pittore lorenese Charle Dauphin, morto a Torino nel 1678, pittore di corte, prediletto da Cristina di Francia. Lo stile inconfondibile del grande maestro francese e della sua scuola traspare evidente da un confronto con sue opere note. Le tele sono databili verso il 1660 circa.