La copia della Madonna dei Pellegrini di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio è di raffinata fattura, eseguita certamente da un pittore di notevoli capacità, ed è da considerare come una delle migliori copie di opere caravaggesche fatte in Roma. Il copista fu forse facilitato nell’eseguire il dipinto da un confronto diretto con l’originale, non ancora collocato sull’altare della chiesa romana di Sant’Agostino ma ancora nella bottega del Caravaggio. Non è del tutto casuale che i religiosi che curarono il santuario di Avigliana fino al 16 luglio 1622 prima dei cap puccini fossero agostiniani: il particolare rafforza l’opinione che la tela, assieme a quasi tutte quelle elencate nell’inventario del 1624, fosse già nel santuario durante la loro permanenza.
Madonna dei Pellegrini.
L’originale di Caravaggio fu eseguito nel 1604, in quel tempo era presente in Roma anche il cardinale Maurizio di Savoia, che potrebbe essere alla base della committenza di questa copia. Il tema della tela è appropriato al luogo: il santuario ha, infatti, sempre avuto un afflusso di pellegrini che ricorrevano all’aiuto materno di Maria. La Madonna mostra il Figlio suo ad una coppia di anziani oranti ad indicare che Lei è il tramite, che l’incontro con Lei è finalizzato all’incontro con Gesù. I due pellegrini rappresentano un’umanità dolente, consumata dalle fatiche e dalle brutture della vita, laceri e sporchi (e la loro povertà è simbolo della miseria dell’umanità nel suo complesso) si rivolgono tuttavia fiduciosi al Bambino che li benedice con un gesto di infinita pietà.